Saluti del Segretario Generale (Ulisse) e del Comitato Centrale

(nuovo)Partito comunista italiano

Comitato Centrale

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23.06.19

Festa della Riscossa Popolare federazione Toscana del P.CARC - dibattito su L’estremismo di Lenin

Cari compagni,

ringraziamo Fabio Gambone per averci invitato ad intervenire al dibattito di oggi.

Il movimento comunista, sorto come movimento cosciente e organizzato nel 1848 con il Manifesto del partito comunista di Marx-Engels, è stato il protagonista della storia nel secolo scorso e con la sua azione ha segnato la storia dell’umanità. Nessun movimento politico, religioso o di altro genere prima di esso (compresi il cristianesimo, l’Islam e le rivoluzioni promosse dalla borghesia europea nel 1600-1800) aveva avuto uno sviluppo così rapido e vasto.

Esso ha cambiato il mondo in modo radicale. L’ondata rivoluzionaria sollevata dalla Rivoluzione d’Ottobre (1917) ha innescato un processo dirompente su scala mondiale: già trent’anni dopo (nel 1949) il campo socialista si estendeva dal Mar Adriatico e dal Mar Baltico fino all’Asia (Mongolia, Cina e Corea del Nord). Nei paesi socialisti vivevano oltre 700 milioni di persone, più di un terzo dell’umanità di allora. Il socialismo venne instaurato poi in altri paesi (Vietnam, Laos, Cambogia, Cuba), il sistema coloniale venne abbattuto e sorsero Stati indipendenti in Asia, in Medio Oriente, in Africa. Potente fu lo sviluppo del movimento comunista e antimperialista anche in Sud America. Nei paesi imperialisti le masse popolari guidate dai partiti comunisti avevano abbattuto i regimi nazi-fascisti e successivamente con dure lotte strapparono alla borghesia imperialista una dopo l’altra diritti e conquiste di civiltà e benessere.

Il patrimonio di esperienza accumulato dal movimento comunista è ricchissimo. Il (n)PCI raccoglie questa eredità. Siamo i continuatori dell’opera del vecchio movimento comunista, ma proprio per questo non sfuggiamo alle responsabilità che quel percorso ci pone davanti: perché nel nostro paese (come in tutti gli altri paesi imperialisti) il movimento comunista non è riuscito a instaurare il socialismo, nonostante la sua forza e nonostante le condizioni di miseria e guerra che la borghesia nella prima metà del secolo ha imposto alle masse popolari?

Per portare a compimento l’opera che i nostri predecessori hanno lasciato incompiuta, non basta “riprendere il cammino da dove si è interrotto” o tornare ad abbracciare i principi del marxismo-leninismo, come invece affermano il Partito Comunista di Marco Rizzo, altri frammenti del PRC e altri gruppi comunisti. Occorre un salto di qualità.

Le sconfitte mettono in luce che ciò che avevamo non bastava per vincere. Che non avevamo compreso adeguatamente la strada che dovevamo percorrere. In sintesi, che non avevamo la giusta strategia. Per vincere ed essere veramente i continuatori dell’opera del vecchio movimento comunista, occorre essere innovatori e superare gli errori e i limiti che lo portarono alla sconfitta.

La rivoluzione socialista è la costruzione per tappe in seno alla società borghese del nuovo potere delle masse popolari organizzate, fino a che, giunto ad un certo grado del suo sviluppo, il nuovo potere scalza (elimina) il vecchio potere della borghesia e instaura il socialismo. Questa concezione della rivoluzione socialista non è stata mai fatta propria dalla

sinistra del vecchio PCI (la parte più dedita al comunismo) né dalla sinistra dei partiti comunisti degli altri paesi imperialisti. Secondo la sinistra di questi partiti, il partito doveva propagandare il socialismo, promuovere forti lotte rivendicative e partecipare alle elezioni accumulando per questa via forze, in attesa che la situazione economica, politica e sociale precipitasse e la rivolta delle masse si estendesse. Il partito ne avrebbe allora assunto la direzione guidando le masse alla presa del potere: era la concezione della “rivoluzione che scoppia”. In realtà l’esperienza mostra una cosa diversa. Più volte, prima i partiti socialisti e poi i partiti comunisti, si sono trovati nel pieno di grandi e diffuse rivolte delle masse popolari (Biennio Rosso 1919-20 e Resistenza 1943-47 ad esempio) e non hanno saputo conquistare il potere: perché anche di fronte a grandi sconvolgimenti sociali, il vecchio potere non crolla da solo ma in un modo o nell’altro si rinnova (al Biennio Rosso seguì il Fascismo, alla Resistenza Partigiana seguì la Repubblica Pontificia).

Il nuovo potere delle masse popolari organizzate è una cosa ben precisa: è il partito comunista, i suoi partiti fratelli, le organizzazioni operaie e popolari create dal partito comunista o dai suoi partiti fratelli, dirette dai membri del partito o comunque da esso orientate, le quali nelle aziende capitaliste e nelle aziende pubbliche, nelle scuole e nelle università, nei territori mobilitano, indirizzano e organizzano le ampie masse popolari 1. per contrastare gli attacchi dei padroni, 2. per far fronte alla devastazione prodotta in tutti i campi dal dominio della borghesia, 3. per adottare misure favorevoli alle masse, 4. per difendere le misure adottate dai tentativi della borghesia di eliminarle e andare più avanti.

Attraverso questo percorso pratico, il partito comunista, i suoi partiti fratelli, le organizzazioni da essi create o orientate creano una rete capillare di organizzazioni operaie e popolari fino a coprire l’intero paese e insegnano alle masse a governarsi da sole, senza e contro i padroni, rafforzando in esse la fiducia che sono capaci liberarsi dalla borghesia e dal clero. Questa è la mobilitazione rivoluzionaria delle masse popolari che dobbiamo promuovere, questa è la rivoluzione socialista!

Il nuovo potere non è una cosa astratta: è portare le masse popolari a fare cose che da sole (senza i comunisti) non farebbero, è una direzione della società (dell’economia reale e delle relazioni sociali) alternativa e antagonista a quella impressa dalla borghesia, una direzione che si sviluppa in seno alla società borghese fino a scalzarla con l’instaurazione del socialismo.

Il (n)PCI chiama tutti gli operai, tutti i lavoratori, tutte le donne, i giovani e gli immigrati che vogliono fare dell’Italia un nuovo paese socialista, a unirsi alla Carovana del (n)PCI, a partecipare alla lotta per il socialismo e, i più avanzati, a mettersi alla scuola del Partito e creare Comitati di Partito clandestini in ogni azienda, scuola e quartiere!

Partecipate con slancio, passione e intelligenza alla rinascita del movimento comunista, al nuovo assalto al cielo: questo è anche il senso di una vita degna di essere vissuta!

Saluti comunisti e viva la Festa della Riscossa Popolare della federazione Toscana del P.CARC!

Il Comitato Centrale del (n)PCI